lunedì 27 gennaio 2014

Le fasi della lallazione.

Quando i bambini iniziano la crescita verso la loro indipendenza, una delle domande più frequenti di noi genitori è: “chissà quando dirà la sua prima parola?”.
La produzione delle prima parole da parte del bambino è preceduta da un periodo caratterizzato da vocalizzazioni e lallazioni che viene anche chiamato periodo pre-linguistico. 

Nei loro primi sei mesi di vita circa, i bambini iniziano a produrre delle vocalizzazioni nelle quali generalmente gli adulti riconoscono un suono associato di consonante-vocale. Questo repertorio di suoni aumenta fino a quando, intorno al settimo mese, il bambino inizia a produrre delle sillabe ben formate. Questo periodo è chiamato fase della lallazione canonica e le consonanti più utilizzate sono la "p", la "t", la "d", e la "m" accostate quasi sempre alla vocale "a". I bambini tendono a produrre le sillabe in maniera ripetitiva andando a formare dei suoni che portano, tra i 9 e 18 mesi, alla produzione delle prime parole come ad esempio le tanto attese "ma-ma" e "pa-pa". 
Le prime parole non vengono utilizzate spesso alla scoperta e di solito la singola parola sta a significare il contesto di un intera frase, come ad esempio quando un bambino dice "mamma" spesso intende dire alla mamma "Mamma vieni qui". 
Di solito tra i 12 e i 18 mesi il bambino dice una decina di parole e ne comprende un centinaio. C'è infatti un grande divario fra le parole che comprende e le parole che il bambino è in grado di dire. Infatti la capacità di apprendimento è più precoce rispetto alla capacità di parlare e il numero delle parole che i bambini riescono a comprendere è sempre superiore al numero di parole che riescono a produrre.  
Non è detto che parlare al bebè acceleri l'apprendimento ma è una buona abitudine descrivere al bambino le azioni che si compiono quotidianamente, perchè questo lo aiuterà a familiarizzare con i suoni. Con il passare dei giorni, il bimbo registra i messaggi che gli trasmettiamo e si inizieranno a notare dei gesti come il tendere un oggetto quando glielo chiedi, o si vedrà che inizierà ad associare un gesto ad un luogo (bagnetto=bagno). Con il tempo inizierà a collegare le parole della vita quotidiana a oggetti, gesti, persone o luoghi. Il suo modo di indicare un oggetto con il dito è inoltre uno dei primi segni di comunicazione non verbale. 
Nel periodo che intercorre tra la comparsa delle prime parole e le prime combinazioni di parole il bambino utilizza diverse forme transazionali: dice più di una semplice parola ma non può ancora essere definita frase. Un esempio di forma transazionale è la combinazione di una parola con un gesto.
Fino al periodo che va dai 18 ai 24 mesi, comunque non si riuscirà ad avere una vera e propria esplosione del vocabolario, in quanto è questo il lasso di tempo dove generalmente iniziano ad acquisire sempre più rapidamente nuovi vocaboli. Di fatti, in questa fase, ogni settimana i bambini imparano 5 o più parole nuove cosicché al compimento del secondo anno, possiedono un vocabolario che può variare da circa 300 a 600 parole. 
Il motivo per la quale questo cambiamento del linguaggio avviene così rapidamente e in questa fase della loro vita è che, proprio in questo periodo, il bambino diventa capace di capire che tutte le cose hanno un nome e che c'è un nome per ogni cosa ed è quindi portato ad imparare sempre più parole e ad usare quelle che già conosce nei diversi contesti. 
Oltre al rapido aumento del vocabolario, ciò che rende la fine del secondo anno di vita una tappa importante, è la comparsa delle prime combinazioni di piccole frasi. 
Nel caso in cui però i vostri figli non stiano rispettando queste tappe standard di crescita e all’età di due anni non dica quasi nulla, non si può comunque parlare di ritardo, ma solo di inizio tardivo. Ovviamente se passati i due anni/ due anni e mezzo il bambino non ha miglioramenti con il linguaggio è opportuno farlo presente al pediatra per cercare di poter capire se è una fase decisionale del piccolo oppure ha un problema che va capito e approfondito. 
Nella stimolazione dell’apprendimento del linguaggio, è risultato importante il modo in cui le madri parlano ai bambini e naturalmente non ci sono al mondo due bambini uguali, ogni figlio è unico, e come sappiamo ogni bambino segue il proprio ritmo di apprendimento delle parole. 
Come in tutte le altre fasi della sua crescita, non forzate il bambino ma concedetegli i suoi tempi.Ogni bambino ha i suoi, quindi godiamoci le loro conquiste giornaliere senza nessun tipo di ansie o paure, trasmetteremmo messaggi ed emozioni sbagliate ai nostri figli e rischieremmo di immettere in loro dubbi o paure che potrebbero bloccare la loro voglia di scoprire e provare.

Spero che queste nozioni possano essere d'aiuto come la loro ricerca lo è stata per me...Vi aspetto con i prossimi post!

Giada

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